Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

parte d'un insieme, della collettività degli uomini), si costruisce ineluttabilmente anche in relazione ad un tu che è il suo complemento necessario e simmetrico: l'altra faccia del je, la sua faccia d'Altro. È del resto a partire dal tu - il quale pone in prospettiva tutto il territorio del1'Altro - che si realizza la dilatazione del je (da noi due a noi tutti) in quel nous che è il simbolo di tutte le istanze. Quanto a vous - dove il tu si allarga ad una totalità da cui je resta escluso -, può riempire la stessa funzione, introducendo, rispetto a tu, la distanza oggettiva propria ad ogni rappresentazione generalizzante12 • Ora, gli Essais non possono non essere, nell'insieme, un dialogo continuo: la regola della scrittura di sé è l'oscillazione fra l'assunzione, da parte del soggetto, del solipsismo, e la necessità della comunicazione, della ricerca del simile. Ma qual è il ruolo dell'interlocutore, de tu/vous la cui presenza nel testo è stata sovente evocata, senza essere analizzata? Ovviamente si tratta, di frequente, della distribuzione del soggetto quale appare nel procedimento, assai usato in letteratura, del cosiddetto dialogo interiore. Si tratta anche, in molti casi, d'un latinismo (come nel calco da Seneca, Ep. 80: «Hominem involutum aestimas», che diventa: «Pourquoy, estimant un homme, l'estimez-vous tout enveloppé et empaqueté?», I, 42, 251a). L'uso di tu o vous doppia insomma il latino dove appunto tu (vos) serve da sostituto a on: l'indice tu è riferito non ad una persona interpellata, ma ad una varietà d'impersonale. Allo stesso modo, il tu utilizzato per rivolgersi all'uomo in astratto («Hé! pauvre homme, tu as assez d'incommoditez necessaires, sans les augmenter par ton invention», III, 5, 857-586) è solo una forma del discorso che testualizza alla «seconda persona» un'istanza narrativa «impersonale» (secondo un protocollo dell'enunciazione fr�quente peraltro nei predicatori). Ed è ancora una varietà d'impersonale che troviamo nell'apostrofe: «Et puis, pour qui escrivez-vous?» (II, 17, 640c), o poniamo nella pro129

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