Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

stile e della stessa intelaiatura grammaticale e sintattica, egli riprenda, riferendosi a taluni passi della «cornice» del Decamerone, la descrizione del luogo ove il dialogo si svolge. I riscontri con il giardino descritto all'inizio della terza giornata del Decamerone sono quasi testuali: vi ritroviamo il «pergolato di viti», i «marmi bianchissimi», l'«ombra», la «minutissima erba», la «fonte», il «canolin» («canaletto» nel Boccaccio), e persino un latinismo non troppo comune, «latora» (I, V)5. Ma, di suo, il Bembo aggiunge alla descrizione del luogo, qualcosa su cui Boccaccio, sostanzialmente, sorvola: la «postura», appunto, dei protagonisti dell'incontro. Nel Decamerone, al lettore, vien detto: «E postisi nella prima giunta a sedere», nella prima giornata, e, successivamente, «a lei dintorno si posero a sedere», «secondo il modo usato postisi a sedere», e così àvanti, con formula pressocché stereotipa. Tanto più colpisce, perciò, il diverso trattamento del Bembo; «E poi che, fatta di loro corona, a sedere in grembo all'erbetta posti si furono, chi vicino la bella fonte e chi sotto gli ombrosi allori al di qua e al di là del picciol rio, Gismondo accortamente rassettatosi e pel viso d'intorno piacevolmente le belle donne riguardate, in questa guisa incominciò a dire ...» (Libro I, VI). Ma è soprattutto nel libro terzo, quando alla ristretta udienzadelle due precedenti giornate si è unita la Regina di Cipro, Caterina Cornaro, con «quella compagnia di donne e di gentili uomini, che le parve dover pigliare», che la postura, l'assetto degli astanti, assume le caratteristiche di una disposizione che ubbidisce, pur nell'occasione, ad una ben definita ritualità gerarchica: 100 con le tre donne e co' tre giovani n'andò nel giardino e, messasi ancor lei a sedere sopra la verde e dipinta erbetta all'ombra degli allori, come le altre, in su due bellissimi origlieri,

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