Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

che quivi posti dalle damigelle l'aspettavano, e ciascuno altro delle donne e degli uomini secondo la loro qualità, chi più presso di lei e chi meno, rassettatisi... (III, 111)6 • Ma già quasi ad apertura del testo, subito dopo la protasi che ne anticipa il contenuto, e la breve presentazione dei personaggi protagonisti, ecco una scena di movimento: nella fine del desinare ecco due vaghe fanciulle per mano tenendosi con lieto sembiante al capo delle tavole, là dove la Reina sedea, venute, riverentemente la salutarono, e poi che l'ebbero salutata, amendue levatesi, la maggiore, un bellissimo liuto che nell'una mano teneva al petto recandosi e assai maestrevolmente toccandolo, dopo alquanto spazio col piacevole suono di quello la soave voce di lei accordando e dolcissimamente cantando, così disse.... (I, Ili). Si noti la minuzia, l'insistenza dei particolari, «per mano tenendosi», «amendue levatesi», «che tenea nell'una mano», «al petto recandosi», quasi in una sequenza rallentata che, traendo spunto dalle consuete raffigurazioni degli angeli musicanti, voglia insieme imprimer loro la traccia del formarsi, del costituirsi, dell'immagine finale, e fissare ognuno dei passaggi che ad essa conducono. È una tecnica che risale, sì, a Boccaccio, ma che qui è ripresa e dilatata, come se il Bembo si divertisse a mostrare come la lingua che egli vorrà italiana, il volgare la cui icasticità ed espressività teorizzerà nelle Prose fosse perfettamente in grado di descrivere, in un vocabolario consolidato, ciò che l'occhio - anche quello raffinato del pittore - via via andasse fissando. Né diversamente, nel prosieguo del dialogo, vengono sovente fissati gesti e atteggiamenti degli interlocutori. Così Lisa (I, XII) «in seder levatasi, che con lamano e la gota e col braccio sopra l'orlo 101

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