Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

Non ci addentreremo nella discussione di questi risultati, e prenderemo invece in esame in modo un poco più approfondito i risultati ottenuti a riguardo della voce di un «marito celibe». Si tratta, questa volta, della voce di Michel Lonsdale, nel ruolo di un personaggio altolocato, padre di famiglia, che indaga sulla morte del suo amico, che si è suicidato. A questo scopo va a trovare l'amante dell'amico morto, cameriera in un caffè della periferia parigina. A partire da una decina di frasi banali, i 56 soggetti ai quali fu sottoposto il test semantico diedero risposte identiche a un certo numero di domande che erano peraltro prive di rapporto con la pièce. Così il 96% (54 su 56) dei soggetti lo giudicano misogino; 1'80% celibe; il 92% lo dichiarano parsimonioso; è acrimonioso per il 78%; se fosse sposato, sarebbe un padre di famiglia severo (83% delle indicazioni); durante il tempo libero fa delle passeggiate solitarie metodiche (88%) oppure legge dei romanzi polizieschi (76% delle indicazioni); a scuola, si sforzava di dare il massimo delle proprie possibilità, anche a costo di passare delle notti in bianco (77%); preferiva la Matematica e la Fisica (76% e 75%) alla poesia. Come spiegarsi questo consenso su un certo numero di domande, a partire esclusivamente da delle informazioni vocali? Innanzi tutto presenterò la prima frase che. eglì pronuncia, entrando: J'ai attendu qu'il n'y ait personne. Questo signore, del quale ignoriamo perfino il nome fino al calare del sipario, si presenta attraverso la voce fin dalla prima frase, che ci colpisce per la neutralità espressiva, ostentata. L'enunciato è estremamente regolare: il tono cresce moderatamente, per ridiscendere al livello di base. Si può dire che esso si discosta, per la sua regolarità, dalla regola generale degli enunciati spontanei, che sono molto meno regolari - per esempio, nella registrazione 99

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