Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

dell'organizzazione concettuale. Essendo impossibile materializzare un messaggio linguistico, attraverso l'espressione verbale, senza aggiungervi dei messaggi gestuali, l'espressione «a voce» riunisce necessariamente due atti di comunicazione appartenenti a due stadi assai distanti nell'evoluzione semiologica. 2. Emozione e carattere Può succedere che i tratti che esprimono normalmente un atteggiamento, per es. un atteggiamento aggressivo - accenti frequenti, vigorosi, contrazione laringea e faringea-, diventino, nel modo di parlare di una persona, estremamente frequenti, e addirittura permanenti. In questo modo, questi tratti si astraggono dall'atteggiamento che segnalano invece nel modo di parlare di altre persone, e vengono attribuiti, dagli interlocutori, direttamente alla persona che parla in questo modo. Questi tratti fanno così parte del suo modo di distinguersi, come il colore degli occhi. In realtà, non c'è nessuna ragione per presupporre che un gesto vocale, o qualsiasi altro gesto, venga effettivamente svuotato del proprio senso, privato di contenuto a forza d'essere ripetuto sistematicamente. Si potrebbe piuttosto pensare che la ripetizione costante rifletta piut� tosto la presenza permanente di un conflitto irrisolto. I segnali presentati in modo permanente finiscono poi per non attirare più l'attenzione - e così si può camuffare un contenuto psichico manifestandolo continuamente. Nel corso di un convegno sullo «stile verbale» ho presentato una registrazione di una ventina di secondi: i partecipanti al convegno ascoltarono una voce maschile, con una modesta inflessione, e caratterizzata da una fortissima contrazione laringea e faringea, da accentazione violenta, che si ripeteva spesso anche su sillabe contigue. Credettero 91

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