Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

Il genio linguistico del sogno e le trasformazioni della voce STEPHEN - (Guarda indietro.) E quindi il gesto, non la musica, e neppure gli odori, sarebbe un linguaggio universale, il dono delle lingue che rende visibile non il senso corrente bensì la prima entelechia, il ritmo strutturale. (Ulisse, p. 586) Il più saliente dei pochi ricordi d'infanzia di una giovane anoressica della quale si sa che, a causa di un disturbo della madre, ha subìto l'interruzione di un mese e mezzo dell'allattamento al seno, è quello che lei stessa racconta di una passeggiata durante la quale passando davanti a una segheria si ostinò a leggere l'insegna come leg-nami al posto di legnami. Questa storpiatura voluta della parola ha una sua legalità in fondo, non è un atto puramente infantile di deformazione ludica del linguaggio: consiste nel tentativo, nella proposta di una diversa sillabazione, una sillabazione come potrebbe esser consentita per esempio in un'altra lingua, una lingua straniera. La storpiatura è un tentativo di straniamento del linguaggio, di distanziazione da una lingua materna che contiene evidentemente dei trabocchetti. Tra cui quello veramente terribile della parola legnami che chiude all'interno un'espressione, un gesto vocale, gnam, che è un morso e che attualizza la carica aggressiva, cannibalica che il bambino, staccato e poi riattaccato una seconda volta al seno trova rinforzata e traboccante in se stesso. Per colmo di compiacenza linguistica, la soppressione 7

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