Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

che ambi avean per la bellezza-rara d'amoroso disio l'animo CALDO. CARLO, che non avea tal lite CARa, [...] dove di passata addito che Rinaldo è anagramma quasi perfetto di Orlando. Poco lontano, II 24, 5-7, quasi omometricamente: Non cessa cavaLCAR - dove re CARLo; o questa quasi-rima omometrica di XXXII 6, 3-5: ch'Agramante da CARLo era disfatto - e che con pochi in ARLi era ritratto. Forse il giuoco più largo è presentato in XLIV 60, 1-5: E corse senza indugio ad abbracciarlo, né dispiCCAR se gli sapea dal collo. Rinaldo, ORLAndo, e di lor prima CARLO di qua e di là con grand'amor baciollo. Né Dudon né Olivier d'aCCARezzarlo, né 'l re Sobrin si può veder satollo. C'è pure un lavoretto che Petrarca compie con sua eleganza nel son. XXVII, dove, insieme a chioma-omai-armeRoma-Amor, incontriamoKarlo-L'ARme-fiaCCHAR, donde spuntano CORna e CORona, viCARio ecc., sempre lontano quanto basta da ciò che può destare irritazione reattiva o sazietà: non sembra che possa darsi grande poesia solo per gioco, o solo per dilettare (mulcere, iuvare di Lucrezio) l'orecchio. Assonanze e consonanze si levano di verso in verso con una freschezza che, come tutti sanno, è frutto di lungo studio. CortESiE è echeggiato nel suo stesso verso da imprESE; audACI, che variando interrompe la serie di soli sostantivi, è secondato nella stessa sede ritmica da FrAnCla; D'Africa è inizialmente ripreso da D'Agramante; noCQUEr, lessema nocchieruto, è agganciato da seGUEndo; a VaNTo è "ventosamente" vicinissimo per inarcatura VeNDicar, e la comunanza è accresciuta dalla relazione fra diè 65

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