Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

Le donne (redazione del 1532) ha su Di donne [e cavallier li antiqui amori}, redazione del 1516, il vantaggio di evitare il concorso dentale stretto, di cui non si vedrebbe l'utilità, a meno che altro non s'aggiunga a rilevare un'allitterazione-assillabazione, come nel sonetto dantesco DI Donne io viDI una genTile schiera (LXIX); così che donne rintocca con pienezza che assegna a In/ la parte esaltata, poi, dalla rima fornita del gruppo apico-dentale, caNTo: taNTo: vaNTo, ripercossa da FrANcia (nello stesso emistichio di tANto ), segueNDo, AgramANTe e veNDicar. All' ampiezza sonora della rima in -anta e di Agramante collabora il distico baciato in -ano, TroiANO: romANO, dove In/ non più implosiva in arsi per così dire si quieta. In questa onda maggiore di suono noi con tutte le isabelle (non l'Amerio?) ci sentiamo immergere suasivamente in una sorta di eternità che non ci disancora dal nostro breve spazio. E che l'ottava ariostesca sia subito il «luogo di lavoro» della lettera, poesia estremamente consapevole di se stessa, è comprovato dalla figura su «Carlo», nome dell'imperatore e re, annunciato da L'ARme e da CAntO in sedi diverse come vario suon di corno. La 1 a sillaba, /CARI, è "sgarbatamente" attiva in vendiCAR (-mARe); la corrispondenza è rilevata nettamente dall'omometria: di vendiCAR - sopra re CARlo. Non altrimenti si rispondono can e Rabican nel c. VIII 7, 1-2: Non vuol parere il CAN d'esser più tardo, ma segue RabiCAN con quella fretta con che la lepre suol seguire il pardo. Di figure su «Carlo», figuriamoci, è piena l'aria, da Dante in giù ce n'è anche per lettori di buona bocca. Restando al Furioso , ecco nello stesso c. I, ott.8, 4-5, una sorta di cabla capfinida, certamente spiritosa: Nata pochi dì innanzi era una gara tra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo; 64

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