guerresca zona centrale. Anche in Petrarca anne urta in 7a un accento di 63 : s'i' 'l dissi, contra me s'anne ogni stella, CCVI 5; più vicino al verso ariostesco: in te i vaghi pensier s'annan d'errore, CCLXXIV 13. Aggiungo ora alcune osservazioni sull'intera ottava, sperando che mostrino con sufficiente chiarezza la natura del trovare ariostesco nei luoghi più felicemente fusi: natura "passiva" nel senso che il poeta cede-fino a un certo punto, beninteso-«l'initiative aùx mots», per dire col Mallarmé, il quale scrive che le parole della poesia «s'allument de refoets réciproques comme une virtuelle trainée de feux sur des pierreries»1 • Si tratta di accertare non tanto un'intertestualità come reminiscenza o utilizzazione consapevole-inconscia di fonti, quanto l'inevitabilità di affermare il proprio essere-dire (il proprio stile) per entro le fibre vive della lingua come tale, della lingua come non potevano evitare di utilizzarla i grandi predecessori: allora diciamo che classico è per esempio colui che non oppone resistenza all'inclinazione isofonico-isosemica peculiare del linguaggio poetico di Dante e di Petrarca. Tale è la "musica" di questa ottava che può sembrare ipnoticamente cattivante, e ciò non è separabile dall'intento profondo di dire cominciando "tutto" col massimo risparmio. Il primo pareggiamento nella distinzione è operato dalla coppia anne-amori , usata con "innocenza" nel Mambriano (d'anne e d'amore I 5,7) di Francesco Bello detto il Cieco da Ferrara (seconda metà del XV secolo) e presente anche nelle Balades de moralitez di Deschamps (Annes, - Amours, Dames, Chevaleries, CXXIII 1, di cui l'A. inverte gli emistichi)2. Benché programmatica, la coppia offerta dal Boiardo, de amore e de battaglie (Inn. L.111 V, 2, 1-2), non avrà dunque agito sull' incipit ariostesco quanto arme-amori, dove l'interversione di Jr! e Imi pone Jr/ in riposo di tesi: solo l'esame attento del co-testo3 rende conto della mirabile costruzione ariostesca, nella quale (l'ha ben mo60
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