Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

NOTE 1 No'podémo gustar... , in G. Noventa, Versi epoesie, a cura di F. Manfriani, Venezia, Marsilio, 1986, p. 77 2 Nei momenti che i basi fermemo..., in Versi epoesie, cit., p. 71. 3 La trascrizione delle poesie noventiane sarebbe stata compiuta dalla moglie del poeta, Franca, tra la primavera del 1933 e l'autunno del 1934. 4 D. Tessa, L'è el dì di Mort, alegher!, Nove saggi lirici in dialetto milanese con testo esplicativo a fronte, Milano, Mondadori, 1932; poi in L'è el dì di Mort, .alegher! De là del mur e altre liriche, edizione critica a cura di D. !sella, Torino, Einaudi, 1985, p. 143. 5 C. Linati, El Tessa, «Sette giorni», 7 marzo 1943; poi in D. Tessa, Piazza Vetra (la vecchia) e altrepagine ambrosiane, Milano, strenna della Tip. U. Allegretti di Campi, 1979, pp. 7-16; infine in C. Linati, Il bel Guido e altri ritratti, a cura di C. Lavezzi e A. Modena, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, 1982, pp. 52-59. Un'altra importante testimonianza del Linati si trova in Serate con Tessa, «L'Ambrosiano», 15 aprile 1936. Si aggiunga di F. Antonicelli, Il Tessa recita. «Il Biellese», 19 novembre 1937. 6 B. Croce, Poesia dialettale, «La Critica», a.XXXI, f. II, 20 marzo 1933, pp. 155-58. 7 Si vedano ad esempio Notturno, in D. Tessa, Ore di città, Milano, Libri Scheiwiller, 1984, pp. 32-34; ora Torino, Einaudi, 1988, pp. 48-49 e il primo Dialogo del Poeta e del Consigliere Delegato, in L'è el dì di Mort, alegher! De là del mur e altre liriche, cit., pp. 149-51. 8 Piazza Vetra (la vecchia) e altrepagine ambrosiane, cit., p. 29. 9 C. Dossi, Villa Gloria -Sonetti di Cesare Pascarella, «La Riforma» di Roma, 15 giugno 1886; poi in Fricassea critica d'arte, storia e letteratura, edizione fuori commercio, Como, Tip. Ostinelli, 1906, pp. 253-62. 10 «La popolarità di cui ebbero a godere dialettali di gusto borghese quali Barbarani, Testoni, Pascarella e Trilussa è documentata dalle vere e proprie toumées che essi compirono nella penisola, tenendo pubbliche letture nei principali teatri. Il profilo italianizzante dei loro dialetti ne favoriva un'ampia comprensione anche in aree geografiche lontane da quelle di origine. Ecco come rievoca una di quelle serate Renato Simoni: "Il gruppo [...] era pittoresco. Trilussa sempre elegantissimo; e anche più elegante quando in un momento improvviso d'espansione prendeva un compagno sotto il braccio e gli mormorava una di quelle pittoresche poesie satiriche che non si dimenticano più; Barbarani, invece, aveva un cappellaccio a larghe falde e un loden che portava anche quando schioccava il sole più secco: Testoni era borghesemente in ordine, con le pieghe ai pantaloni e la giubba stirata con garbo"» (F. Brevini, Le parole perdute. Dialetti epoesia nel nostro secolo, Torino, Einaudi, 1990, p. 209). 56 11 Giottipoeta triestino, «Corriere della Sera», 22 dicembre 1946;

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