quei sogni, non tutti lo sono, che lavorano sui tratti fonologici e le fisionomie letterali. La dura occlusiva posteriore risalta in chiesa, comunione, confessione, peccato (dal pensiero associato: «Mi perdoni perché ho peccato»), carica chimidaniense (in cui prende il posto della /c/ dolce di sacerdotale), cattolica, campanile, eccetera. L'altra velare di gotico, glossario, la /g/ che abbiamo visto precedentemente legata all'inchiesta femminile sul verso del godimento e della violenza, viene a potenziare ulteriormente la forza d'urto della /k/. Che non si tratti però di espressioni pre-verbali, di sonorità riprese dal balbettio infantile, veniamo costretti a riconoscerlo dalle precise connotazioni linguistiche del sogno: vi si fa questione di nomi, vi si impiega addirittura un repertorio di parole e definizioni, il glossario appunto, uno strumento che si riferisce a una terminologia specifica, ma allude anche alla collezione di tutte le parole, al vocabolario conforme al dettato universalistico di chiesa, comunione, università. Ci troviamo· dunque allo «stadio iniziale del linguaggio», riguardante i suoni e i meccanismi funzionanti in tutte le lingue del mondo: il glossario è una specie di vocabolario trasversale che unisce tutti gli uomini. L'universalità che così si prospetta non è quella "assicurata" dalla chiesa cattolica, l'universalità un po' ipocrita di un'intelligenza che si limita a sancire l'esistente («va bene così»), a fornire l'impiego servile nel sociale e che in definitiva non dà niente («chi-mi-dà-nien(t)e»). L'universalità è il gioco di forme cui dà luogo la selezione naturale: la cifra dei due culmini della sessualità che si ritrova, come un preciso disegno, nel pensiero e nei sogni di ogni soggetto di ogni genere (maschile o femminile, senza differenze), di ogni età (i campanili dei primi disegni della figlia di Luquet)26 , di ogni epoca (la duplice cima di Parnaso e la «lettera di Pitagora» di Bruno, la lettera 32
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