Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

Un medico gli fa una iniezione in bocca, sulla gengiva superiore. Poi un'altra in fondo al palato. Inietta un liquido di contrasto (cobalto) che farà apparire le metastasi. Dovrà formarsi un collare bluastro sul collo. Dopo di ciò, egli dovrà andar via in carrozza. Nel sogno si ha però lo spostamento da un vano a un altro. Da un vano retrostante a uno anteriore dove prenderà posto un'altezza reale. Il collare non si forma e lui lo fa presente al medico. Si manifesta invece sotto il piede, ma sarà da attribuire alla scarpa. Il medico conta soldi col suo segretario ed è esperto in burocrazia. C'è da chiedersi come sia possibile che preoccupazioni tanto serie, tanto si vorrebbe dire concrete, possano lasciare alla mente l'agio di sognare con tanta accuratezza lo spostamento del punto di articolazione delle consonanti. E in effetti di questo si tratta. L'evento macroscopico esterno metaforizza il fatto di linguaggio in cui si incarna e quasi si materializza il pensiero del sogno. La possibile operazione, l'asportazione della massa tumorale, diventa simbolo della risalita di un ingorgo di suoni dal "fondo della gola" verso l'apertura anteriore della bocca. Le due iniezioni iniziali s' embrano quasi voler mostrare a un ipotetico spettatore i due punti, in ordine di importanza, tra cui si volge lo spostamento. Con una minuziosità persino esagerata viene anche fatto vedere in quale direzione dovrà avvenire il cambiamento di luogo: da un "vano" posteriore a un "vano" anteriore. Alla minuziosità descrittiva della fonetica articolatoria si aggiungono le sottigliezze della fonetica dei tratti distintivi. E la "diffusione" che interessa pare essere, più che non quella delle metastasi, quella dei fonemi non compatti, messi, a "contrasto", per usare un altro termine del sogno, con i fonemi compatti, come /k/ e /g/, carichi di un massimo di energia che li rende duri ed esplosivi. Il rigoroso impianto fonematico del sogno non deve 29

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