Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

la figlia dell'amica e il fratellino, entrambi in età adolescente, rinforza il senso dell'essere "in sofferenza" delle teorie sessuali nella paziente, da un punto di vista, quello dell'adolescenza, che è il punto cruciale di un volgersi indietro che interrompe la continuità di una maturazione naturale per riallacciarsi a quelle radici della salute mentale e dell'intelligenza che Freud ha posto proprio nelle credenze errate dei bambini. Le transenne ostacolano una viabilità che penetri verso il centro. Ma anche l'associazione con il verso «La madre si gira l'occhialetto e mira le vivande sul deschetto» ripropone all'analizzante, il cui padre si esercitava in piccoli lavori artigianali, il "luogo della fobia" delineato da Virginia Finzi Ghisi, nel quale la presenza della protesi (l'occhialetto) de-grada e contiene nella figura dell'artigiano la violenza della tecnica amorosa riportando il gnam di un "banchetto" (cannibalico) nella forma equivalente di un "deschetto". Con questi sogni ha molte analogie il sogno di un'altra paziente che si trova però ad aver dato una diversa, opposta risposta al trauma del godimento paterno: in luogo di reagire aggressivamente facendo il verso alle altre, qui la donna dimostra di aver adottato lei stessa lo stratagemma segnalato da Ferenczi dell'autosoffocamento masochistico, è a lei che si fa il verso e la cosa la lascia sconvolta e imbambolata. 20 Lizzi, il muratore mio amico sta lavorando intorno a un mattone con cui deve chiudere un buchino nel muro che sta costruendo. È l'ultimo tassello. Scopro però che c'è un altro buco più grande dove si tratta di disporre delle pietre che giacevano nascoste in un angolo. Il buco è più profondo, forse fatto a L come l'angolo nel cortile di un antico palazzo dove ho visto togliere delle bellissime pietre e sostituirle con un rivestimento moderno. In questo buco per cercare di pareggiare le pietre getto del materiale. Mi ac-

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