Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

no31 , «È il più seducente dei ritratti femminili dell'Ariosto, il vero ritratto di Alcina. È appena delineata, e in un solo atteggiamento: ma in esso c'è tutta la maliarda, la sua figura luminosa e indifferente», e stava sola in ripa alla marina; e senza rete e senza amo traea tutti li pesci al lito, che volea (VI,35). Diverso è l'esito di un'altra «voce» che giunge, questa volta, da "un'alta sepoltura". È quella «orribile» che si leva dallo spirto del morto Atlante, che ha ottenuto da Caronte il privilegio di albergare nel sepolcro sino a quando non abbia potuto trovarsi presente alla «pugna» tra il suo amato Ruggiero e Marfisa, onde rivelar loro che erano fratello e sorella. L'agnizione sarà ricca di conseguenze: Bradamante, che ascolta anch'ella la voce, cesserà dalla sua gelosia nei confronti di Marfisa, Marfisa si riconosce cristiana, Ruggiero si impegna a divenirlo, non appena il suo onore, la fede data ad Agramante, glielo consentirà (XXXVI,passim). La «gran voce [di Atlante] ..., ch'ogni mortale eccede» (XXXVI,58), segna un punto di svolta nel poema- che ormai precipita- e più lo faceva nella prima edizione di quaranta canti, rispetto ai quarantasei della terza- verso la sua conclusione: le nozze di Ruggiero e Bradamante. E ancora: la voce dei morenti, di Zerbino, che cerca di confortare Isabella, sino a quando Non credo che quest'ultime parole potesse esprimer sì, che fosse inteso; e finì come il debol lume suole, cui cera manchi od altro in che sia acceso (XXIV,85). Gli fa riscontro quella di Isabella, il cui "bel capo" troncato stoltamente da Rodomonte 199

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