Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

da contrappunto i due episodi di più straziante tenerezza che vi si trovano: la morte di Isabella e quella di Brandimarte. 3. Le, voci, la scena L'ampio uso del discorso diretto nel Furioso rende quest'opera, per seguire le indicazioni di Bachtin28 , pur entro le modalità proprie della unitaria lingua poetica, allusivamente «pluridiscorsiva» e «dialogica», avvicinandola particolarmente alla forma romanzo: un termine, quest'ultimo, non certo casualmente impiegato per definirla da buona parte della critica recente (da Lanfranco Caretti, per esempio), mentre Cesare Segre vi vede il coronamento di un lungo processo di emersione e di specificazione che fa «convergere» le diverse tradizioni narrative medievali: È soprattutto la tarda chanson de geste che tende a convergere verso il romanzo, assimilandone la trattazione della fenoménologia amorosa e l'apertura al comico. Anche se nella chanson de geste permangono caratteristiche metriche e tipo di esecuzione a differenziare i due generi che si fonderanno completamente solo nei cantari e poemi italiani in ottave, sino all'Orlando Furioso29_ Non stupisce perciò se la «voce» emerga così spesso a caratterizzare situazioni e personaggi. Sin dalle prime ottave ne ascoltiamo la tonalità particolare di «grido» in Angelica in fuga: 196 Quanto potea più forte ne veniva gridando la donzella spaventata. A quella voce salta in su la riva il Saracino... (I, 15)

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