Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

ronerà con il successivo intervento di Ricciardetto, travestito con l'armatura della sorella per i suoi fini di franca lussuria, che Fiordespina, a sua volta, non disdegnerà. Ma qui Boiardo si ferma: Mentre che io canto, o Iddio redentore, Vedo la Italia tutta a fiama e foco Per questi Galli, che con gran valore Vengon per disertar non so che loco; Però vi lascio in questo vano amore De Fiordespina ardente a poco a poco; Un'altra fiata, se mi fia concesso, Raccontarovi il tutto per espresso. (III,9,26)3 Il riferimento è alla «calata» in Italia di Carlo VIII, nel 1494; l'anno stesso nel quale Boiardo morirà, senza che gli fosse dato di mantenere la promessa - del resto dubbiosamente formulata, e qui non certo per consuetudine retorica - di continuare il proprio poema. Anche nella concitazione dell'ultima ottava, tuttavia, Boiardo non tralascia l'abitudine di congedarsi dai presunti ascoltatori con una delle tante varianti delle chiuse dei singoli canti: Un'altra fiata, se mi fia concesso, Raccontarovi il tutto per espresso. (III,9,26)4 È una modalità, questa, ripresa - lo sottolinea Pio Rajna nella sua opera sulle Fonti dell'Orlando Furioso5, ancora preziosa, dopo oltre un secolo, di indicazioni e suggestioni - dai «rimatori popolari», che «sogliono terminare accennando al seguito del racconto, e raccomandando gli uditori, e spesso anche sé medesimi, a Domeneddio o agli altri abitatori del cielo»6 • In qualche raro caso, anche Boiardo - che poeta nella laica corte ferrarese - fa ricorso a tali figure della fede popolare; esse scompaiono del tutto nel Furioso, «dell'elemento sacro non resta più nemmeno la reminiscenza>/, sottolinea Rajna; e aggiunge: «sen182

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