Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

«inconoscibile», raggelato («ghiacciaia»), che tuttavia agisce, «graffiando dal fondo», incidendo sulla «buccia» dell'esistenza, corrodendola, «segnandola». Altrove, in una nota ad uno dei saggi dedicati a Beckett - autore da lui privilegiato - nel suo libro Cascando (Liguori, 1988), Frasca ha parlato di un «senso di nausea per la ciclicità dell'esistenza»; qui, alla nausea sembra essersi sostituita una disarmata rassegnazione alla tetra ripetizione dell'identico. Come leggiamo in un'altra poesia ("mal tardato remo") pubblicata da Frasca questo stesso anno sulla rivista «Plural»: 180 e poi finisci che non apri più non chiudi più, e poi finisce che tu stai lì, fermo, alla porta, e poi finisce. Mario Spinella

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