Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

Il "verso" è dunque qualcosa con cui il paziente nevrotico si trova a fare i conti, mentre lo psicotico si limita a ripeterlo chiamando l'analista a essere puramente e semplicemente il recettore di una intonazione di scherno nella sua voce. Il nevrotico si fa carico dello scherno. Ne è egli stesso vittima e prodotto. La caricatura che egli appunta al volto del padre ha i propri lineamenti. Lui stesso è parodia di «ciò che in altri è serio» (ricordiamo la definizione letta da Arturo). La parodia diventa così un mezzo di riconoscimento e una via di trasmissione che prepara la successione delBglio al padre. Ma che cosa differenzia allora la parodia nevrotica dall'interminabile scherno psicotico? Il fatto che la parodia, attraverso il riconoscimento del padre anale, non intacca, anzi ripristina quell'universo delle teorie sessuali che nello psicotico appare invece distrutto dal trionfo del "vero" come funzione scientifica dello sperma e della vagina. Possiamo ora vedere come nei sogni il "verso", nelle varie modalità di gemito amoroso, di atteggiamento di derisione, di azione del versare, venga lavorato e come in questa lavorazione di un "verso" si cerchi di dare alla vicissitudine amorosa un senso che, salvando l'errore delle teorie sessuali, non tolga verità e bellezza alla propria vita. Una donna sogna di essere dalle suore dove ha studiato con un'amica di allora, di nome che non dirò ma che comincia come l'interiezione degli indiani d'America espressiva di gradimento e soddisfazione: Ugh. Ugh le dice che viene sempre, per aiutare le suore. Lei ribatte che non è vero e Ugh riconosce che è venuta una volta sola, ammissione per cui la sognatrice si sente in colpa. L'amica poi, come trasognata, va diritta in via Dante, passa tra il vigile e un cartello stradale dove sono le transenne che chiudono il traffico che entra in centro. Intanto la figlia Selvaggia, una bambina "disturbata" tene18

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