Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

immagini, colori, suoni, forme, come si fa con un quadro, una poesia, un brano musicale17 • Facendosi interprete della linea squisitamente modernista del "romanzo nonromanzo", Green non esita a contaminare l'immagine narrativa, a fagocitare funzionalmente forme e tecniche utili a far lievitare attraverso la scrittura «life which is not». E in questo primo tratto di percorso egli giunge a recuperare l'altro produttivo versante della teorizzazione e della sperimentazione modernista: la coscienza "formalista" dell'opera d'arte come "forma significante", o come "disegno" energetico che ricondiziona lo sguardo e riordina la realtà, straniandola. Quella coscienza, che aveva dato fiato a voci significative dell'avanguardia che si muoveva tra letteratura e pittura (Roger Fry, Hulme, Eliot, il· Pound "imagista", Wyndham Lewis, e la migliore Woolf) si manifestava ora con Green nell'idea di un romanzo che non è in funzione di una realtà pre-esistente, ma è esso stesso significant form che vive di «a life of its own». V'è, tra le altre, una riflessione di Green ove l'eco di quella coscienza è assai netta: One tone or shade of colour lead(s) to another until this evolves into a harmonious whole · which may have little direct relation to nature. Thereby painters produce something which isn 't, that is to say the result is non-representational, and yet if and when the painting is successful, it has a life of its own. This is also true of a good novel18. (Una tonalità o un'ombreggiatura di colore sfumano in un'altra, e questo evolve in un tutto armonioso che può avere scarsa relazione diretta con la natura. Perciò i pittori finiscono col produrre qualcosa che non c'è, e cioè, il risultato è una non-rappresentazione. Tuttavia se, e quando, un quadro è riuscito, lo è perché ha una sua vita propria. Questo si può dire anche di un romanzo.) 157

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