Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

beings, or shouldn't be», come egli farà osservare a uno dei personaggi di Caught, suo primo romanzo sulla guerra. Con la "coscienza della guerra", dapprima rielaborata ed esorcizzata nei suoi effetti devastanti attraverso la scrittura autobiografica di Pack my Bag e poi fronteggiata con l'arruolamento negli effettivi dello Auxiliary Fire Service di Londra, la narrativa di Green guadagna in spessore emotivo e in autonomia di stile: soprattutto i romanzi ispirati alla guerra, infatti -Caught (1943) e Back (1946) - consentono a Green di tradurre l'eredità estetica modernista in moneta da spendere al "presente". E il presente dell'esperienza varrà per il romanziere, come egli stesso annota, uno "absolute gift", un'occasione per misurare e mettere alla prova il proprio progetto di scrittura da prospettive impensate: Now that we are at war, is not the advantage for writers, and for those who read them, that they will be forced, by the need they have to fight, to go out into territories, it may well be at home, which they would never otherwise have visited, and that they will be forced, by way of our own selves, towards a style, by the impact of a life strange to them?9 (Ora che siamo in guerra, non è un vantaggio per gli scrittori, e per coloro che li leggono, essere obbligati, per via che si deve combattere, ad avventurarsi su territori, e questo vale anche per le nostre case, che d'altronde mai avremmo visitato. E non è forse un vantaggio essere obbligati, per via della propria stessa esperienza e nel1'impatto con una vita che ci è estranea, ad andare verso un certo stile di scrittura?) E per Green, questo sconfinamento «out into territories» verso nuove regioni e profondità dell'esistenza, significherà qualcosa di diverso dall'orgoglioso "I was there" di tanta prosa testimoniale del tempo; e nemmeno si tradurrà in una liberatoria mistica della memoria, che, al 146

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