Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

zi della Hogarth- Press voluto dallo stesso Lehmann nel 19375 . Con la pubblicazione del secondo romanzo, Living (1929), Green entrava a far parte dell'invidiata "scuderia" della Hogarth Press, che pubblicherà tutti i suoi romanzi successivi - Party Going (1939), Caught (1943), Loving (1945), Back (1946), Concluding (1948), Nothing (1950),, Doting (1952) - oltre a un'opera autobiografica, Pack my Bag (1940), e ad alcuni racconti antologizzati nella serie di volumi di «New Writing» curati da Lehmann dal '41 al '466 • Il primo romanzo, Blindness, scritto e pubblicato nel '26, che con un certo talento ripropone il motivo del "ritratto d'artista da giovane" e del "mondo a parte" del College, offre in modo paradigmatico la misura del fortissimo ancoramento del giovane Green con la sensibilità modernista, e soprattutto alla lezione eliotiana e joyciana7 • Questo ancoramento, che si sarebbe consolidato e perfezionato negli anni successivi con la condivisione di molte altre sollecitazioni dell'avanguardia novecentesca tra letteratura e pittura, doveva valere a Green l'alienazione da quella "contemporaneità" di tensioni e lacerazioni che aveva ispirato il manifesto spenderiano. Egli dunque non risponderà alla "chiamata alle armi", accolta e promossa da altri scrittori suoi contemporanei, né si riconoscerà nella riconversione "neo-realista" che ad essa conseguiva soprattutto in ambito narrativo; rimarrà invece "in solitudine" ad approfondire temi e problemi omogenei alla lezione sperimentale dei "padri". Tuttavia, l'ancoramento modernista, la "solitudine" del romanziere, non portano alla riedizione della "torre". O meglio, la "torre" c'è, e coincide nell'immaginario di Green con la roccaforte edoardiana del College; ma essa non è che il punto di partenza di un viaggio in terra aperta: da una condizione di dorata "solitudine", a una radicale ed euforica «exposure to life», accolta e misurata però sempre da prospettive ri143

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