Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

mente diverse, nonostante nemmeno dieci anni fossero trascorsi: e la differenza fu la Guerra, che, dopo quasi un secolo, ritornava a dominare la scena storica e immaginaria del mondo occidentale. Come la critica sottolinea, fu anche la coscienza della guerra a tagliare il cordone ombelicale tra il Modernismo e i suoi figli, ad individuare storicamente gli scrittori degli anni '30: non solo figli o nipoti di Eliot e della Woolf appunto, rampolli cresciuti e destinati a muoversi in un ambiente straordinariamente protetto, ma soggetti di una nuova storia, esponenti della "Auden Generation", come sarebbero stati in seguito definiti in omaggio a una delle figure paradigmatiche di quel nuovo corso. La parabola umana e artistica di molti di questi scrittori prende dunque avvio in un clima di fascinazione e di "sponsorizzazione" modernista, per poi deviare bruscamente sotto la spinta di una "chiamata alle armi" che fu metaforica e reale a un tempo. Su questa "chiamata alle armi", la Auden Generation recuperava il rapporto con quel "presente" della storia che i Modernisti, attraverso la fuga in avanti, nel "futuro", e la sottolineatura del tempo psichico e del mito, avevano messo a dura prova: al concetto di "modernità" si contrapponeva ora uno di "contemporaneità", a prendere atto di uno spostamento di coscienza che doveva avere il valore di un manifesto politico ed estetico3 • Il "futuro" dei Modernisti, continuava a presentare, non dissimilmente dal "presente" che essi avevano lasciato alle spalle, le caratteristiche di un incubo. E gli scrittori del '30 quell'incubo avevano deciso di abitarlo, di condividerlo con la collettività. 2. Tra eredità modernista e Auden Generation: la "solitudine" di Henry Green. Henry Green (Henry Vincent Yorke, 1905-1973) condi141

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