Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

Fox: Ah ça pour ça oui"j'ai véçu on peut le dire, partout des pierres partout -52 • J'ai veçu. Basta questo frammento memoriale a scatenare l'entusiasmo dell'Animateur che, dopo essere stato deluso dalla Dactylo («ANIMATEUR: Il a dejà usé de cette formule, mademoiselle? [...] DACTYL0: Oh oui, monsieur, c'est une idée que revient quelquefois»53), giungerà fino ad un ricordo letterario (al ricordo letterario più ricorrente in Beckett, quello del Purgatorio dantesco) che chiarisce subito il senso dell'attività dell'intera commissione: ANIMATEUR: [...] Vous avez lu le Purgatoire, mademoiselle, du divin Florentin? DACTYL0: Hélas non, monsieur, j'ai seulement feuilleté l'Enfer. ANIMATEUR (incrédule): Pas lu le Purgatoire? DACTYL0: Hélas non, monsieur. ANIMATEUR: Là tout le monde soupire, Je fus, je fus. C'est comme un glas. Curieux, n'est-ce pas? DACTYL0: En quel sens, monsieur? ANIMATEUR: Eh bien, on s'attendrait plutòt à «Je serai», non? (Un temps) Non? DACTYL0 (avec une tendre condescendance): Les pauvres!54 All'interno di questo monolocale purgatoriale, dunque, la commissione sperimenta che l'interezza della pena consiste nel dire je fus, così come dallo je fus di Fox essi attendono la redenzione. Colpa, pena e memoria, com'è prassi in Beckett (com'è prassi, cioè, nel sistema forclusivo precedentemente posto su uno dei due corni dello stream of perceptions) coincidono. Così, dopo aver avuto il tempo di annotare un guizzo poetico sopravvissuto nel flusso memoriale di Fox («C'est bien, c'est joli. "Que d'étés de sautés ..." Délicieuses, ces dentales. N'est-ce pas, mademoiselle?»55), l'Animateur concentra la sua attenzione su quel brandello del flusso che parrebbe contenere 127

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==