Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

21 O. Mandel'stam, Viaggio in Annenia, Milano, Adelphi, 1988, pp. 46-47. 22 A. Porta, Poesia araba: una doppia rimozione, «Il piccolo Hans», n. 62, estate 1989, p. 184. 23 O. Mandel'stam, La quarta prosa, cit., p. 102. 24 La poesia di Mandel'stam può essere letta in italiano, nella traduzione di S. Vitale, nella raccolta, Poesie, Milano, Garzanti, 1972, e Poesie 1921-1925, Milano, Guanda, 1976. 25 O. Mandel'stam, La quarta prosa, cit., p. 152. 26 lvi, p. 131. 27 Ivi, p. 80. 28 N . Struve, Osip Mandel'stam, Paris, Institut d'études slaves, 1982, p. 198. 29 O. Mandel'stam, La quarta prosa, cit., p. 163. 30 M. Bachtin, L'opera di Rabelais e la cultura popolare, Torino, Einaudi, 1979, p. 388. 31 Ivi, p. 398. 32 Ivi, p. 347. 33 Ivi, p. 392. Sul corpo e il paesaggio in Pessoa, van Gogh e Artaud: il nostro Paesaggio e questione dei «resti» nella poesia del Novecento, «il verri», cit. 34 I. Brodskij, Il canto del pendolo, Milano, Adelphi, 1987, p. 291. 35 D. Walcott, Selected Poetry, Oxford, Heinemann, 1981, «Forest of Europe», p. 87. 36 I. Brodskij, Fuga da Bisanzio, cit., p. 87. 37 lvi, p. 82. 38 J. Tynjanov, Il problema del linguaggio poetico, Milano, Il Saggiatore, 1968, p. 36. 39 Cfr. il nostro: Il disagio dell'albero: dialogo parallelo di Hopkins, «Il piccolo Hans», n. 48, ottobre-dicembre 1985. 40 G. M. Hopkins, Poesie, Milano, Guanda, 1965, p. 266. 41 Cfr. il nostro: Le qualità di Hopkins: qualità di parole, qualità di cose, «Il piccolo Hans», n. 54, estate 1987. 42 M. Bachtin, Estetica e romanza, Torino, Einaudi, 1979. Clara Strada Janovic, scrive nell'introduzione a p. IX: «Uno studioso sovietico A. Dorogov, [...] ha avanzato una tesi suggestiva. Dopo aver ricordato l'attività dei formalisti russi (dell'Opojaz, sigla russa di Società per lo studio del linguaggio poetico) e dopo aver precisato che Bachtin, pur risentendo del fervore degli studi di poetica promossi allora in Russia dai formalisti (e, anzi, partecipando ad esso con la sua originalissima attività teorica), non accettò i principi fondamentali del formalismo stesso, avanza l'ipotesi che, come l'attività dell'Opojaz fu legata alla pratica dei poeti futuristi russi, così le idee di Bachtin possono essere connesse, in un certo senso, a un'altra linea della poesia russa, la cui origine è piuttosto complessa e ancora non del tutto chiarita. Tra i «formatori» di questa linea Dorogov fa i nomi di Chlèbnikov e Mandel'stam». 43 lvi, p. 86. 92

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