Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

In questo saggio, Agosti delinea le «circoscrizioni» poetiche rette dal «pensiero stilistico», dal «pensiero semiologico», dal «pensiero verbale». Accenna, inoltre, a una quarta categoria, la «funzioneArtaud», che ripigliamo nel titolo di un capitolo successivo. 10 S. Mallarmé, Oeuvres complètes, Paris, La Pléiade, 1945, p. 366. 11 L. Anceschi, Autonomia ed eteronomia dell'arte, Milano, Garzanti, 1976. Vi si legge una completa ricostruzione storica e concettuale della poesia «pura». 12 Questo dualismo interno, che si oppone al dualismo esterno della poesia «metafisica», è perfettamente rappresentato nel grande manierista di Gustav Hocke, chiuso fra iperbole e ellissi, passione e calcolo, prolissità ed ermetismo, lussuria e misticismo. Nello specchio deformante della metafora - «nelle metafore si prende un fantasma per un altro» - ogni grande manierista contempla la propria «malattia segreta», «il lato in ombra della divinità», e con la scossa del dubbio, «si raggela al suo culmine». «Il gesto espressivo di queste tensioni sentimentali deve essere estremo, deve fremere e tremare nel "furore" vitale come nel gelo intellettuale, deve sovraeccitarsi, esaltarsi. Nessuno può sopportare a lungo pressioni così alte riuscendo a mantenersi in equilibrio. Tutti i grandi manieristi conoscono la condizione di spossatezza vitale dell"'accidia" o della "noia"». Cfr. G. R. Hocke, Il manierismo nella letteratura, Milano, Garzanti, 1975, p. 289. 13 S. Agosti, Funzioni anagrammatiche e rappresentazioni verbali nella poesia barocca: da Sponde e da Marino, in Il segno barocco, a cura di G. Nocera, Roma, Bulzoni. Fin dal Testo poetico, attraverso le Cinque analisi, Agosti caratterizza, con rigore e precisione, la linea «pura». 14 Cfr. S. Agosti, Stratagemmi-strategie di Cesare Greppi, «Nuova corrente», n. 88, 1982, «Poesia per gli anni '80», I, p. 289. «L'enunciato spezzato e tuttavia continuo di Greppi, include il senso senza liberarlo, senza deferirne («derivarne») nemmeno un frammento, nemmeno un'impronta, o una traccia. La linea segmentatissima del suo continuum risulterà perciò totalmente (vale a dire: senza residui) autorifl.essa». 15 T.S. Eliot, L'uso della poesia e l'uso della critica, Milano, Bompiani, 1974, p. 193. 16 O. Mandel'stam, op. cit., pp. 73-74. 17 O. Mandel'stam, Il mattino dell'acmeismo, in G. Kraiski, Le poetiche russe del Novecento, Bari, Laterza, 1968, p. 65. 18 Ivi, p. 66. 19 Quanto segue è ricostruito liberamente da più interventi orali di Zanzotto. In particolare dalla sua relazione al convegno internazionale: Statuti dell'invenzione, 10-11 dicembre, 1983, Venezia, Palazzo Grassi, ora in altra redazione in Tentativi di esperienza poetica (Poetiche-lampo), «il verri», n. 1-2, marzo-giugno 1987. 20 Il riferimento esplicito è al libro di M. Lavagetto, La gallina di Saba, Torino, Einaudi, 1974. 91

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