Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

senza volerlo immersi in quel flusso energetico chiamato ora, nel suo insieme, composizione, ora · nel suo dettaglio metafora, ora nella sua elusività, comparazione, un flusso che genera definizioni perché ritornino in lui, arricchendolo del loro disciogliersi, perché subito perdano la loro supremazia, appena abbiano meritato la prima gioia del divenire, aderendo alla materia che anela fra i significati e li lava via49 . Neppure per un attimo l'oggetto resta identico a se stesso. L'impeto della differenza, che lo identifica, lo cancella immediatamente dopo, nel riconoscimento della differenza che conforma l'oggetto successivo. Come l'oggetto, così tutta la materia poetica procede d'identità in identità, da figura a figura: nella gioia del divenire nessuna definizione ha la supremazia. Perché la materia, che anela fra i significati, non cessa di arricchirsi festeggiando il merito ora di uno ora dell'altro, godendo di ciascuno appena compare, e subito anelando al successivo. Questo è il flusso eracliteo che Mandel'stam chiama nel suo insieme composizione, nel dettaglio metafora, o elusivamente comparazione. Così, il significato accorre alla dolce esca: con la gioia che lo sostiene nell'ardito passaggio «amoroso». Così, in questa semantica mandel'stamiana, tutto un universo di oggetti-corpo e paesaggi-corpo, dentro la frase e il verso, si trasforma nell'accorrere «amoroso e veloce» dei significati: è ancora la reversibilità che, qui, limita enormemente la portata della metafora50 e, a maggior ragione, dell'analogia. Al presente Rispetto al principio metaforico in Mandel'stam è sempre «guerra». Nel Mattino dell'acmeismo, il rifiuto dello 86

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