Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

poesia combatte: è tutta mossa, come «il groviglio di due lottatori che si avvinghiano sull'arena». Allora, nulla resta al proprio posto, «tutto è sottosopra». Così, il linguaggio poetico crea i propri mezzi strada facendo e strada facendo li distrugge. Nel «disio» della realizzazione, la materia poetica irrompe tra i significati: è tutto un brulicare di funzioni, come pesci sotto la superficie del testo: è il serpeggiare simultaneo delle varie «categorie enunciative» nella parola poetica. È soprattutto il modo di accorrere delle parole all'esca semantica: le lettere sono attirate dal!'esca dolce della semantica; allo stesso modo gli uccelli (Paradiso, XVIII, 73 - 78) magnetizzati dall'erba verde, in gruppi o sparpagliati beccano quel che capita, e ora si dispongono in un cerchio, ora in una linea48 • Nel flusso d'energia la parola spicca il volo e lascia, in un attimo, il posto alla successiva: «ogni parola ha fretta di esplodere, di volar via dalle labbra, di fuggire per far posto alle altre». Anche il significato si identifica un attimo, e lascia il posto. Nulla è più fisso, nulla è più riconoscibile, in una sede stabile. Il fluire delle metafore eraclitee non lascia spazio «alla diretta contemplazione dell'immagine». Anche dell'oggetto, noi possiamo solo dire dove si trova, quasi lo osservassimo su un monitor. Ne sentiamo la presenza, ma non lo vediamo. Noi non conosciamo le cose stesse, ma siamo in compenso assai sensibili alla loro posizione; ed ecco che i canti di Dante ci forniscono una serie di bollettini della zona delle operazioni belliche[...]. La cosa, l'oggetto emerge così come la risultante di un impeto differenziatore dal quale è attraversata da parte a parte. Non resta identica a se stessa neppure per un attimo[...]. Se sapessimo ascoltare Dante, -ci troveremmo 85

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