Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

Segnali-onde semantici compaiono e scompaiono, nei giri lessicali, nell'eccesso di energia fonetica che lega il testo poetico alla fisiologia del corpo. Le sue serie lessicali sono barbarizzate da parte a parte. Dante aggiunge sempre un additivo barbarico alla lingua perché sia in salute. Un particolare eccesso di energia fonetica lo distingue [...]. Pare quasi non soltanto che parli, ma mangi e beva, imitando ora gli animali domestici, ora il frinire e il ronzare degli insetti, ora il pianto querulo dei vecchi, ora il grido dei torturati sul cavalletto, ora la voce delle prefiche, ora il balbettio di un bambino di due anni46 . Quest'energia fonetica, e tutto l'impulso dinamico, col suo erompere fra i significati, produce il senso in poesia. La sua qualità è «determinata dalla rapidità con cui vi si trasformano e incrociano i significati». L'apparizione semantica è brevissima. Anche per Mandel'stam, come per Tynjanov, il significato ritmico deforma il significato semantico della parola colpita dal «sovrappiù di energia». Entrambi avrebbero potuto scrivere La parola non ha un preciso significato. È un camaleonte in cui si manifestano non solo sfumature diverse, ma talvolta anche diverse colorazioni47 • Il significato subisce una dilazione, si allunga e si deforma. La parola che dorme il sonno dell'abitudine, è svegliata improvvisamente dal suo automatismo: la poesia la investe e le impone uno spostamento, una deviazione. Così in poesia la parola pare più lunga e «ci rammentiamo - dice Mandel'stam- che parlare significa essere sempre in cammino». Ci accorgiamo che in poesia il significato gira alla parola come «l'anima intorno al corpo abbandonato, ma non dimenticato». In quest'indugio «amoroso», in quest'allungarsi del tragitto fra parola e cosa, la 84

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