Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

nisce energia al sistema compositivo dell'opera, le imprime velocità. Nell'«ermafroditismo lirico», la sua poesia non trova pace - «in poesia è sempre guerra» - nella scissione s'accelera il ritmo interno del «dialogo», nella «luce di velocità affilate». Verso dopo verso, sono queste velocità affilate a tagliare la prospettiva della sua ultima straordinaria stagione poetica, quella dei Quaderni di Voronez. Ciò che Mandel'stam udiva"avvicinarsi in fretta" alle sue spalle non era un"cocchio alato", bensì il suo secolo, un"secolo cane-lupo"; ed egli corse finché ci fu spazio. Finito lo spazio, andò a sbattere contro il tempo. In altre parole contro di noi36 • In questa corsa finale, l'animazione interna del verso è il risultato di una «stupefacente accelerazione psichica» e insieme di un perfetto alleggerimento del testo. L'incredibile fisiologia del corpo poetico, il corpo ibrido, a capofitto nelle velocità affilate, supera le leggi della gravità, con la potenza di un atleta. «Movimento, movimento, movimento». Dietro a questo, la rivoluzione russa: «una tremenda accelerazione», scrive Brodskij per «il più grande poeta russo di questo secolo»: E poi la Russia prese la strada che sappiamo, e per Mandel'stam, la cui evoluzione poetica procedeva di per sé con un passo molto rapido, quell'indirizzo storico poteva comportare solamente una cosa: una tremenda accelerazione. Questa accelerazione investì, prima di tutto, il carattere del verso. La nobile compostezza, il fluire meditativo del verso scandito dalla cesura lasciarono il posto a un movimento veloce, convulso, martellante. Alta velocità e nervi scoperti diedero vita a una poesia talvolta criptica, con trasalimenti e salti 77

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