Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

periorità rispetto ad ogni «mossa associativa della moderna poesia europea». Per Bachtin il corpo grottesco è un corpo in divenire: Non è mai dato né definito: si costruisce e si crea continuamente, ed è esso stesso che costruisce e crea un altro corpo; inoltre questo corpo inghiotte il mondo ed è inghiottito da quest'ultimo 3 2_ Per entrambi dunque vige l'immagine di un corpo in movimento che ne crea un altro, di un dentro che diviene un fuori. La coincidenza riguarda persino il funzionamento del significato. «Al pari del corpo, anche il significato sa agire come la ruota - dice Bachtin. In un caso come nell'altro l'immagine diventa grottesca e ambivalente». Anche per Mandel'stam, la parola «gira» come una ruota. Ma consideriamo ancora, in Bachtin, il rapporto fra il corpo microcosmo e l'universo circostante. Si tratta di un rapporto di apertura reciproca così forte, da motivare l'osservazione che gli avvenimenti principali della vita del corpo grottesco «awengono ai confini tra il corpo e il mondo, o tra il corpo vecchio e il corpo nuovo». Sulla linea di questo confine, il profilo di passaggio dall'uno all'altro, dal corpo al mondo, e viceversa, (o anche dal primo corpo al corpo prodotto per «reversibilità») assume l'aspetto di uno spazio naturale, di un monte, per esempio. Le barriere fra il mondo e il corpo si assottigliano, nel senso della «parentela e della somiglianza concreta dell'uomo con il paesaggio naturale e il rilievo terrestre». La terra, qui, è rappresentata come un grande corpo umano, la cui testa è il Peloponneso, la colonna vertebrale l'istmo, ecc. Ogni parte geografica della terra, ogni regione, corrisponde a una determinata parte del corpo 33 . 75

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