Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

come involucro protettivo il mondo medioevale - il sistema tolemaico per il Medioevo non era una limitazione, era piuttosto un involucro protettivo. Al Medioevo, Mandel'stam si era rivolto fin dal manifesto acmeista: «Amiamo il Medioevo perché esso possedeva al massimo il senso dei limiti e delle barriere». Ma solo con Dante, negli anni '30, la discesa al Medioevo assume tutto il valore «infernale» dei tempi della catastrofe staliniana. Il Medioevo e la Commedia, in particolare, sono il vero modello della nuova poesia, della sua razionalità ibrida e incrociata. Il corpo ibrido Il Discorso si apre con una dichiarazione precisa: la materia poetica nasce da un «processo incrociato», e Dante è «lo stratega delle metamorfosi e degli incroci». L'immagine è quella di un corpo in continua trasformazione, nell'avviluppo delle membra è quella dei lottatori: - qual sogliono i campioni far nudi e unti. È il corpo «ibrido», con la sua teoria della mobilità del senso, della sua trasformabilità all'interno dei processi che generano le rappresentazioni. Ritroviamo questo «corpo ibrido» nel sistema di raffigurazioni medioevali del corpo e dello spazio, nei materiali analizzati da Michail Bachtin e raccolti in L'opera di Rabelais e la cultura popolare. Il corpo ibrido è al punto d'incrocio del mondo animale, vegetale e umano nel grande corpo «grottesco» della tradizione «comica» medioevale. Questo corpo orienta intorno a sé lo spazio: Il sistema dei movimenti di questo corpo è orientato in funzione dell"'alto" e del "basso": il volo e la caduta (la voragine). La sua espressione più elementare è il movimento della ruota, cioè 73

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