Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

dallo studio degli sviluppi teorici di Mandel'stam. La sua poetica della costruzione, che guardava alle cattedrali, ha ora, con l'incarnazione, una nuova base che riporta in primo piano il principio d'identità- parola d'ordine nel manifesto del 1913 - legando in un nuovo rapporto parole e cose: un legame fatto organico da una fisiologia che guarda al corpo umano. Noi non vogliamo distrarci con una passeggiata nella «foresta dei simboli» perché possediamo una foresta più vergine, più folta, la divina fisiologia, l'infinita complessità del nostro oscuro organismo. È quest'oscura complessità del nostro organismo che interviene in maniera decisiva nella poesia moscovita e nei quaderni di Voronez più di vent'anni dopo la stesura del manifesto. La divina fisiologia L'oscura complessità dell'organismo ha un modello: la Divina Commedia. Il Discorso su Dante di Mandel'stam è una nuova e straordinaria lettura dei flussi d'energia e degli strati geologici che attraversano il poema, all'incrocio del sapere medioevale romanzo con quello antico romano ellenistico. Ma è anche un'affascinante allusione a quello che dovrebbe e potrebbe essere oggi, nel Novecento, un'opera che prenda su di sé la propria responsabilità storica. Mandel'stam ha trovato una guida, come Dante Virgilio, che orienta i suoi passi «goffi» e lo introduce nel grande flusso sanguineo del verso. 70 Nel canto di Ulisse la terra è già rotonda. È un'esaltazione del sangue umano, nel quale è contenuto il sale dell'oceano. L'inizio del viaggio è iscritto nel sistema cardiovascolare. Il sangue è

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