Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

un nuovo compito storico. L'Ottocento fu dappertutto «la culla del Nirvana, da cui non trapela un solo raggio di conoscenza attiva», fu il secolo che si fece portatore del buddismo, contro cui tutta la storia dell'Occidente aveva lottato. «Ne risultò una sorta di criptobuddismo», non professato, ma operante, nell'Ottocento, come una notte interiore, una cecità del sangue. Contro la confusione dell'Ottocento, il Novecento «ini� zia all'insegna di una maestosa intolleranza», assegnando un grande compito agli scampati al naufragio del secolo precedente. Europeizzare e colonizzare il secolo XX, riscaldarlo con il tepore di una teologia, ecco il compito degli scampati al naufragio del secolo XIX, gettati per volere del fato su un nuovo continente della storia. [...] Lo scetticismo dell'Encyclopédie, il giusnaturalismo, l'ingenuo materialismo (tanto altezzosamente deriso), la ragione schematica, lo spirito di coerenza serviranno ancora all'umanità. Non è il momento oggi di temere il razionalismo. La radice irrazionale dell'epoca che avanza, la gigantesca, inestraibile radice di due, getta su di noi come l'ombra del tempio di pietra di un dio straniero. In giorni come questi la ragione degli enciclopedisti è il fuoco sacro di Prometeo23 . La rottura con l'Ottocento si lega, in Mandel'stam, alle critiche contro il simbolismo europeo, manifestazione dell'odiato «criptobuddismo», che toglie luce di «conoscenza attiva» al discorso poetico, lanciandolo nella confusione dei ruoli. Un passaggio decisivo, anche per l'evoluzione parallela dell'esperienza poetica mandel­ 'stamiana. Intorno al 1916-1920, nella raccolta Tristia24, sono ancora riconoscibili modi decadenti, nelle diafane allusioni mitologiche, e in certe presenze simili a silhouettes schiz67

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