Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

macrocosmo divino tanto più lo riduce alla misura del piccolo: "del bello ovile ov'io dormi' agnello"». Nel canto XXV del Paradiso c'è il «DNA di tutta la Divina Commedia». L'altra poetica è nascosta, da Saba, nei versi sulla moglie pollastrella. Dalla «gallinella che ancora qui si duole» egli ricava il proprio Olimpo poetico; dal ciangottio della gallina a sera20 • Nel suo Viaggio in Armenia, Mandel'stam descrive una epifania. Ecco, tutto si incrina e oscilla, i denti della vista si scheggiano per l'attimo diamante, il raggio di luce che ruota sopra il nero romanzetto del presente. Sul lontano prato paludoso un faro ruotava il suo raggio - brillante di bigiotteria. E mi capitò di vedere la danza della morte, il ballo nuziale di moscerini fosforescenti. Sulle prime parevano le braci accese di sottili sigarette erranti, ma i loro svolazzi erano troppo arrischiati, troppo liberi e audaci. Lo sa il diavolo dove stessero andando! Mi avvicinai: pazze effimere elettrificate ammiccano, si torcono, fan disegni e poi divorano il nero romanzetto dell'attimo presente. Esattamente così andrà in decomposizione il nostro compatto e pesante corpo, e tutto quanto abbiamo fatto si trasformerà nella stessa sarabanda di segnali luminosi se dopo di noi non avremo lasciato prove tangibili di esistenza21 • È il grande poeta che parla, che dice addio al secolo delle svolte, al Novecento, e insieme contempla la propria poesia - exegi monumentum aere perennium - come un razzo lanciato nel futuro, davanti a noi, e oltre. Ritroviamo nelle sue parole il carattere rischioso e improvviso della poesia del Novecento, il suo esistere esiguo e superbo come braci di sigarette accese nell'aria. Su questo niente la poesia «si attarda, si aggrava» nei giri ellittici di un mutismo di fondo, trova un corpo fatto dell'insi65

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