Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

La poesia pura Con il barocco, accanto alla tradizione «metafisica» nasce quella manierista: è solo con l'affermarsi dell'estetica della poesia «pura», con il simbolismo, che le due tradizioni divergono decisamente. La fonte comune è evidente in certi autori, letti come grandi manieristi, e che sono per noi nella linea «metafisica». È il caso di Hopkins che compare tra i funamboli eufuistici di Melchiori, o di Zanzotto, rappresentante insigne della poesia del «pensiero · verbale» che, per Stefano Agosti, qualifica quella poesia contemporanea che effettua le proprie operazioni a partire dalla coscienza della priorità della materia verbale rispetto al significato e al concetto; e cioè quella poesia per la quale il linguaggio si configura nella sua opacità, densità, e, per ciò stesso, nella sua impossibilità a «passare» sul significato o sull'oggetto concettuale... 9 Anche il «pensiero verbale» può essere visto in atto nelle due linee di poesia: e la posizione di Zanzotto lo esemplifica perfettamente. Ma ripercorrendo il passaggio decisivo attraverso il simbolismo e Mallarmé si vedono fissati i caratteri dell'opposizione fra poesia «pura» e poesia «metafisica». «Densità intransitiva del senso», sparizione delle tracce del locutore, affermazione del sistema autoriflessivo del linguaggio: così si caratterizza la poesia «pura». Si leggano queste righe da Crise de vers: 56 L'oeuvre pure implique la disparition élocutoire du poete, qui cède l'initiative aux mots, par le heurt de leur inégalité mobilisés; ils s'allument de reflets réciproques comme une virtuelle trainée de feux sur des pierreries, remplaçant la respiration perceptible en l'ancien souffle lyrique ou la direction personnelle enthousiaste de la phrase10 •

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