Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

scelta di poesia non «pura» capace di fare i conti con la prosa e dare spazio agli choc d'oggetto, alla «nuova iniziativa che spetta agli oggetti». Questa linea, che possiamo raccogliere intorno alla presenza d'un «correlativo oggettivo» del pensiero o dell'emozione, con la forza di una freccia che cerca il bersaglio, stabilisce un rapporto fra testo e cose, fra poesia e invocazione, «come se» accettasse di credere nel «mondo esterno», nella sua dicibilità. Divisa fra interno ed esterno, fra impossibilità della descrizione e presenza delle cose, la poesia «metafisica» si fa carico di un inganno. Co�ì, per Montale, in «rari strappi», «di gitto», s'accampano «alberi case colli», «confuses paroles»: ed è già inganno, come è detto in «Forse un mattino andando» e ripetuto, a cinquarit'anni di distanza, nel discorso al «tu» di Satura5 • Inganno istantaneo. Per «colui che ha veduto un istante», la poesia è divisa, come per Mandel'stam, come per Hopkins: una semantica «veloce e amorosa»6 forza la poesia, fuori dalla pagina, a scommettere su un'illusione, verso un traguardo impossibile. Di qui origina quel dualismo che costituisce la poesia «metafisica». In Montale lo nota Gianfranco Contini: Il temperamento di Montale, come non dimentica mai la bipartizione iniziale (e sfugge per tal via al pericolo d'arbitrio in cui può indurre la poesia surrealistica, rimasta univoca, a un termine), così del reticolato del mondo fisico individua solo i rari strappi, quelle alcune «confuses paroles» che si tratta di sentir chiare il più possibile: il resto è atono, morto. È prosa...7 Senza rassegnarsi all'assoluta negatività delle sue constatazioni, e volendo a tutti i costi redimersi in un risultato positivo (Contini), la poesia «metafisica» è dunque in movimento fra due, verso «la parola esatta, la cosa qualunque carica di significato»: «il topo bianco che salvò. Dora Markus». Qui, il significato è il significato di Zan53 '.

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