Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

XpebbOM H apKOIO JlO):IHHJlCH MaTepHK, (il continente si è alzato, dorsale e arco) KaK ):\Ba KOHUa HX pai:1yra CBH3aJJa, (come due estremi li lega l'arcobaleno) Dall'inanimato, dalla anarchia dell'oceano (okeanskoe bezvlastie), il continente si alza sulle zampe (na lapy iz vody podnjalsja materik) e nasce il sorriso: EMy HeBbipa3HMO xopowo, YrnaMH ryb OHO HrpaeT B CJlaBe - (Non si può dire quanto sia beato, nel gioco glorioso degli angoli delle labbra) È il bambino che ha imparato il movimento delle labbra, uscendo dal guscio di lumaca. Ogni immagine, nel testo, è generata da quella che la precede: solo in questo movimento i «segnali-onde semantiche» adempiono alla loro funzione. L'impeto della realizzazione obbedisce all'impulso che è, insieme, architettonico e strutturale, fonetico e semantico: da ulybka (sorriso) a ulytka (lumaca); da jav' (realtà) a javlenie javnoe (chiaro fenomeno). Come l'impronta del passo si conserva nel movimento del verso, così le labbra che si muovono sono il primo segnale dell'impeto poetico, del suo «gioco glorioso». Il verso, la poesia, non possono essere separati dal movimento delle labbra del poeta: La bocca lavora, il sorriso muove il verso, le labbra sono rosse di intelligenza e allegria, la lingua preme fiduciosa contro il palato32 • La lingua preme fiduciosa contro il palato (nebo): «costruire significa combattere contro il vuoto, ipnotizzare lo spazio», scriveva Mandel'stam nel Mattino dell'acmeismo, lo spazio vuoto del cielo (nèbo). Niente, allora, potrà fermare il movimento delle labbra. Così, nei Quaderni, la poesia trionfa contro ogni forza nemica: IlHWHB MeHH MOpeif, pa3bera H pa3JleTa l1 ):laB CT0ne ynop HaCHJlbCTBeHHOH 3eMJJH, t.Jero i:1obHJ1HCb BbI? BneCTH!llero pac'leTa: ryb weaeJJHlllHXCH OTHS!Tb Bbl He MOfJlH. (Togliendomi il mare, la rincorsa e il volo, dando al piede l'appoggio della terra forzata, cosa avete ottenuto? Calcolo brillante: non potevate amputarmi le labbra che si muovono.)33 Maurizia Calusio 29

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