Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

grillo di mestieri, / ragazzo dispettoso l'oceano si alza dal ruscello I e lancia tazze d'acqua nelle nuvole)25 • Kocn, ychmJJeHHasi JassiJaHa yJJJOM. Qqenose'ieHbI Konem1, pyKH, nneq1-1 (Osso addormentato intrecciato nel nodo/ ginocchia, mani, spalle umanizzati)26 • HblH'ie ,QeHb KaKOH-TO )KeJJTOpOTbll1: (Il giorno ha un becco giallo)27 • Sono le forme di quel passare di cosa in cosa, di quella continua mutazione che, come in Dante, fa incrociare gli organi, rende le palpebre «labbra degli occhi». Anche la città, in Mandel'stam, ha gli occhi, le palpebre del mostruoso Vij gogoliano in Kak pò ulica Kieva-Vija28 (Come per le strade di Kiev-Vij), dove l'eco del nome Kiev si prolunga in Vij: Kieva-Vijil, al genitivo come nel testo. In questo senso il Discorso su Dante ci appare come una splendida introduzione nel laboratorio di poetica mandel'stamiano. Le lettere guizzano, le radici calamitano il movimento delle immagini: la sintassi non esiste, non c'è che lo slancio calamitato, la nostalgia della poppa di vascello, nostalgia dell'esca, nostalgia di legge non promulgata (...)29 • Le «metafore eraclitee» dei Quaderni non lasciano spazio alla contemplazione diretta delle immagini. Perché solo nel movimento della realizzazione ha vita la materia poetica: il processo della creazione artistica viene declinato nel caso ablativo che tende sempre verso un punto d'arrivo30 • Così per Mandel'stam è l'ablativo, il complemento di moto, il caso in cui declinare il testo poetico, contro l'immobilità «scultorea» del nominativo. La contemplazione non ha spazio in poesia, la corsa del testo è determinata, come legge fisica, da quell'impeto che muove, dal caos e dall'inanimato, la pietra, l'arco, l'uomo. Ed ecco, in Rozdenie ulybki (La nascita del sorriso )31 , il sorriso-lumaca (ulybkalulytka): YJJHTKH pTa HanJJblB H npHÒJJH)KeHbe - (sbocco c avvicinamcnto <lclla lumaca della bocca) YJJHTKa BbIOOJIJJJa, YJJblùKa npOCHSIJJa, (la lumaca è uscita, è raggiante il sorriso) Ecco lo slancio architettonico dell'arco, dell'arcobaleno: 28

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