Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

laboratorio di Mandel'stam. Il suo sguardo sulla Divina Commedia è quello di un uccello rapace, guidato dal proprio orientamento in quell'infinito terreno di caccia che è l'opera dantesca. Mandel'stam non tenta di ridarci direttamente il mondo rappresentato da Dante, non descrive, ma muove le immagini, i significati, gli etinii e i suoni perché dal loroincontroorigini la scintilla dell'interpretazione. Facciamo allora incontrare qui due diverse letture mandel'stamiane, quella di Dante, nel Discorso, e quella di Darwin, nei Taccuini del Viaggio in Armenia. La Divina Commedia è un «solido cristallino», al quale lavora «uno sciame di api dotate di un geniale fiuto stereometrico». Darwin «costruisce le sue argomentazioni scientifiche in modo stereoscopico, estendendo le coordinate dell'esempio in lunghezza, profondità e altezza». È l'imperativo che Mandel'stam aveva lanciato nel Mattino dell'acmeismo11 : «si può costruire soltanto in nome delle tre dimensioni». Non a caso, nell'esempio che Mandel'stam riporta dall'Origine delle specie, troviamo «l'istinto edificatore delle api». La visione deformata, in Darwin e in Dante, si allea con il saper fare (masterstvo) contro la contemplazione passiva. Darwin agisce con la natura «come un corrispondente di guerra, un intervistatore, un temerario reporter che riesce a spiare i fatti alla loro stessa fonte». Analogamente, i canti della Commedia «ci forniscono come una serie di bollettini della zona delle operazioni belliche». Dante è uno stratega, Darwin una vedetta. E se l'Origine delle specie è, per Mandel'stam, «un diario di viaggio altrettanto esatto del Viaggio sulla Beagle», la Commedia gli appare un «viaggio con conversazioni». Il naturalista contemporaneo di Dickens e l'italiano che, con seicento anni di anticipo, ha saputo sfruttare le «accecanti esplosioni della fisica e della cinetica moderne», sono accomunati dal fatto che non descrivono. Darwin rifiuta il gusto della descrizione. Nel suo libro i fenomeni naturali compaiono solo per partecipare attivamente all'argomentazione, lasciando subito il posto non appena abbiano adempiuto alla loro funzione: Nell'Origine delle specie animali e vegetali non vengono mai descritti per il puro gusto della descrizione. Il libro pullula di fenomeni naturali, ma essi compaiono soltanto nella forma necessaria in quel momento, partecipano attivamente all'argomentazione, e immediatamente dopo lasciano il posto ad altri 12• È quello che Mandel'stam chiama il fluire della «metafora eraclitea» in poesia: 24 Le immagini di Dante si separano e si accomiatano l'una dall'altra 13 •

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