Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

La ribellione degli «anglosassoni», popoli- sottolinea Fussell - gelosi della loro individualità, contro l'appiattimento e le vessazioni di questo universo militare si manifesta- si diceva- in una inventività linguistica che ha come cardine espressivo l'osceno: una tendenza, del resto, che ha da sempre caratterizzato una modalità della protesta «dal basso»; rafforzata, tuttavia, nel corso di una guerra caratterizzata-è il titolo di un capitolo del librodal «Bere proprio troppo, chiavare proprio poco», essa appare anche come una forma di compensazione verbale all'astinenza sessuale imposta dalle circostanze. In questo giudizio, Fussell si affianca a Norman Mailer, del quale cita l'affermazione che «in nessun altro luogo se non nell'Esercito degli Stati Uniti, egli ha appreso il piacere di improvvise interiezioni immediatamente oscene, così comiche e sorprendenti». «Ciò che era splendido nella parola "merda", scrive Mailer, era il fatto che vi permetteva di impiegare la parola nobile». Non ci si sorprende, allora, se il verbo «fottere» (to fuck) e i suoi derivati finiscono per divenire una vera parola passepartout come si può riscontrare- questa volta in Inghilterra - nella ironica canzone sulla città scozzese di guarnigione Halkirk, «odiata dai soldati»: Questa fottuta città è una fottuta maledizione. Niente fottuti tram, niente fottuti autobus, A nessuno importa niente di noi fottuti Nella fottuta Halkirk. Niente fottuto sport, niente fottuti giochi, Nessun fottuto divertimento. Le dame fottute Non vogliono neanche dirci il loro fottuto nome Nella fottuta Halkirk. 183

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