Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

cento dei suoi ufficiali, e oltre il 100 per cento dei suoi uomini». Ma, prima ancora che sulla linea del fuoco, questo «fresco linguaggio» era nato e si era diffuso nelle caserme, nel periodo dedicato all'addestramento bellico, che vide milioni di civili strappati alla propria vita quotidiana, al proprio lavoro, alle proprie abitudini, al proprio modo di guardare alle cose del mondo, dalle più immediate e alle più generali, per essere sottoposto a un clima non tanto di disciplina, quanto di inutili, aggressive, prevaricazioni di ogni momento da parte dei «superiori», a partire dagli odiatissimi sottufficiali, e su per la gerarchia sino ai più alti in grado. Non mancò, tra i soldati, chi paragonò il clima esistente nelle caserme- per la sua brutalità e insieme per la sua stupidità- proprio a quel fascismo contro cui erano chiamati a combattere. Più comunemente, a definire tutto ciò, si diffuse, nell'esercito, l'espressione «merda di gallina» (chickenshit), alla cui «anatomia» è dedicato uno dei capitoli più critici e indignati di Tempo di guerra: qualcosa di viscido, ripugnante, una lordura che finiva per attaccarsi agli abiti, ai corpi, si insinuava ovunque il soldato, ma anche l'ufficiale «di complemento» destinato ai gradi inferiori, si trovasse impegnato nella vita militare. Tra i moltissimi esempi di chickenshit che Fussell ci offre ve ne è uno che mi sembra particolarmente adatto a rendere l'idea di che cosa si tratti: in Inghilterra, come racconta l'ex marinaio Tristan Jones nel suo libro di memorie Hearth ofOak, il treno su cui egli viaggia con altri commilitoni giunge alla stazione di Birmingham subito dopo un bombardamento. I soldati saltano a terra per dare aiuto alle squadre di salvataggio impegnate con i feriti, i cadaveri, le rovine. Ed ecco intervenire la polizia militare a redarguire aspramente i soldati perché avevano imbrattato le loro uniformi: «Dove credete di essere? Al circo equestre?». 182

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