Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

6. Il linguaggio della realtà Con molto maggiore senso della realtà, e della verità, il nome del Signore viene chi;:tmato in causa in una letterache Fussell considera emblematica del vero stato d'animo e dei veri pensieri dei combattenti -scritta alla madre da un soldato di. fanteria americano sul fronte occidentale il· 2 maggio 1945, il giorno stesso della resa di Berlino (come non pensare al romanzo pacifista di Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale?).· Nella lettera il fante americano si riferisce alla morte di un suo commilitone ed amico: Penso a luL. che giace nel sentiero come se stes� se dormendo. Lo vedo giacere sul dorso, con le mani sul volto e gli occhi e la bocca aperti come se chiedesse «Perché Signore?»... Se voi poteste soltanto vedere noi ragazzi uccisi a diciottanni, a diciannove, a venti, mentre ci battiamo in un Paese che per noi non significa nulla, ci battia-. mo perché ciò significa uccidere o essere uccisi e non perché stia. te rendendo il mondo certo della . democrazia o stiate distruggendo il nazismo! È qui, nelle testimonianze materiali di chi di fatto ha combattuto di fronte al nemico che Fussell ritrova in modo particolare - contro la retorica ufficiale, dei militari, della propaganda e della pubblicità, degli stessi «scrittori» -un «linguaggio fresco» e, a suo modo, creativo. Si tratta - egli sottolinea -di una minoranza, del fondo angusto di uh imbuto su cui ricade direttamente il peso maggiore della guerra: «Se, alla fine della guerra, nell'Esercito americano vi erano undici milioni di uomini, soltanto due milioni erano nelle novanta divisioni combattenti, e, di questi, soltanto 700.000 erano in fanteria». E, in queste divisioni, le perdite erano enormi, agghiaccianti:· «In sei settimane di combattimenti in Normandia, la. 90a Divisione di fanteria dovette rimpiazzare il 150 per 181

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