Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

za, e in occasione di quello che è quasi un bilancio della sua esperienza di terapeuta, Freud ribadisce «Sembra· quasi che quella dell'analizzare sia la terza di quelle pro- . fessioni "impossibili" il cui esito insoddisfacente è scontato in anticipo. Le altre due,note da molto più tempo, sono quelle dell'educare e del governare». 2. Si parva licet Se è lecito paragonare alle grandi cose quelle ben più modeste, non escluderei, personalmente, di aggiungere alle tre· impossibilità ricordate da Freud, una quarta: quella del tradurre: Se ne è discusso molto, se ne è scritto, si sono moltiplicati, in questi ultimi anni, dibattiti e convegni sulrargomento, si è persino avanzata l'ipotesi di macchine traduttrici. Quanto a me; semplificando, sembra, se non altro, di. poter dire che ogni traduzione da una Hngua all'altra può essere, al più, una «approssimazione». Ciò mi sembra particolarmente evidente nel caso della poesia: qui, infatti, vi è una concentrazione tale di elementi extra.discorsivi- il ritmo, il suono, le rime, le asso� nanze, le omofonie,� sino alla lunghezza stess a delle parole, alla loro accentuazione, all'attenzione portata a l livello minimo della lettera- da.rendere ogni testo poetico davvero un «unicum» irripetibile in una lingua diversa; sicché può dirsì, in realtà, che ogni «traduzione» poetica riuscita non è altro che la messa in atto di un nuovo, originale, corpq poetico. Sino a che punto ciò vale anche nel caso, meno evidente, della «prosa», della narrativa? Qui, non vi è dubbio, le componenti soprasegmentali cui sopra si accennava han- . . no un peso minore. E tuttavia... Vorrei fare un solo esempio: l'incipit della Recherche di Proust, «Longte:mps, je me suis couché de bonne heure». 173

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