Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

zi all'inizio degli anni '30 era basato non su una diversità di vedute ma su un fraintendimento. Seguendo Cremerius, dobbiamo convenire che le innovazioni tecniche di Ferenczi, esaminate 50 anni dopo, dimostrano che egli andò oltre Freud e trovò la teoria della relazione d'oggetto. Per Dupont le innovazioni tecniche introdotte da Ferenczi derivano da esplorazioni di strati profondi regressivi della psiche, ma non per questo si può dire che Ferenczi stesso fosse incappato in una regressione. Dupont, insieme ai suoi colleghi Balint e Hermann (1974), sottolinea che Ferenczi non abbandonò mai Freud, e che il suo stato mentale non era affatto influenzato dalle sue malattie organiche. Voglio ora esporre una serie di argomentazioni che, senza pretendere di risolvere la questione della diagnosi di Ferenczi, può servire per capire il suo comportamento regressivo. Nessuno, pare, ha prestato abbastanza attenzione ai cambiamenti che la vita di Ferenczi subì nel 1919. Cito Balint (1970): «Solo i suoi migliori amici erano al corrente del fatto che egli aveva una relazione con un'affascinante signora sposata di nome Gisella. Costei viveva separata dal marito ma non poteva divorziare». E ancora: «Il nuovo governo progressista offrì a Ferenczi la cattedra di psicoanalisi appena istituita presso l'Università di Budapest. Le vecchie leggi sul divorzio vennero modificate, il che significava più libertà per Ferenczi e Gisella... essi potevano finalmente sposarsi dopo tanti anni di attesa». E nel giorno delle nozze, quasi per una coincidenza grottesca, morì improvvisamente il primo marito di Gisella. Secondo le mie ipotesi, questa morte, avvenuta quando Ferenczi aveva 46 anni, si associò nella sua mente a quella di suo padre, che morì quando egli aveva 15 anni. È ben noto che la pubertà è un periodo delicato, al pari dello stadio edipico, per cui la perdita del padre in quest'arco di tempo può creare nell'inconscio l'illusione dell'a162

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