Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

nissimi sintomi fobici, interiorizzazioni degli antichi divieti, spostamenti di confini che rendon. o visibile ai pastorelli ciò che era riservato ai sacerdoti, femminilizzandolo però, ad apparire adesso, salvo che ai mistici eretici, è la Madonna, sicché la teorizzazione di un recupero delle teorie sessuali infantili, inaccettabile al fascismo, è in realtà inaccettabile per quel tanto di cristiano che c'è in tutti noi, psicoanalisi compresa. E allora nasce una domanda. Quanti sono gli ebrei? Così pochi che si possono facilmente sterminare. I «numeri» sono i censimenti, gli Arithmoi con cui il popolo si conta, e le tribù; ma spesso capita che il popolo non sappia bene identificarsi, anche se già nel Genesi Dio aveva dettato l'elemento distintivo nella circoncisione, prescritta a ogni bambino sia che fosse nato in casa «sia che fosse straniero», in questo modo infatti avrebbe anch'egli fatto parte del popolo. È curiosamente proprio questo «elemento distintivo» a portare il popolo ebraico fuori dalla certezza dei confini geografici. Nello stesso modo per il funzionamento di un «elemento distintivo», quello che distinse per il piccolo Hans l'animato dall'inanimato, il pene, anche quella teoria che nasce nel nostro «luogo della fobia», nella mappa ritagliata a rappresentare per la prima volta all'esterno la configurazione dell'apparato psichico, e che si esercita sulla constatazione-riparazione della prima fantasia di mutilazione, la perdita del pene, non è poi così sicura. Tanto è vero che deve venire successivamente rafforzata dalle costruzioni di difesa, dagli argini delle potenze psichiche, potata e mutilata a sua volta dall'impotenza a gestire la tecnica. Il rapporto all'elemento distintivo rimette in gioco che, di quei confini geografici, esiste invece uno sconfinamento. Così i sogni degli analizzanti sono attraversati da com16

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