Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

dico una dinamica dei rapporti interpersonali che è una delle forze più potenti di cui disponiamo nell'investigazione psichiatrica, purché beninteso sia correttamente indotta ed usata. Per spiegarmi, illustrerò la mia tesi parlandovi dell'unica e sola tecnica di gruppo non guidato che io sia mai riuscito a utilizzare. Il meccanismo è molto semplice: suggerii che, in ogni serie di prove per gruppi non guidati dell'Ufficio selezioni del Ministero della guerra, ad un certo punto l'ufficiale addetto riunisse tutti i candidati attorno a sé, e li facesse aspettare per quindici o venti minuti, come se ci fosse un intoppo amministrativo o qualche altra cosa da sistemare; nel frattempo li avrebbe osservati senza dare nell'occhio per vedere come si comportavano. Io stesso uso una tecnica di questo genere, se così la si può chiamare, nei miei gruppi terapeutici. Il punto cruciale è che il gruppo non ha niente di particolare da fare. È chiaro naturalmente che questa situazione è simile a quella che si realizza durante una seduta analitica. Ciò che accade è che i rapporti personali tra i membri del gruppo si impongono immediatamente all'attenzione di ciascun membro del gruppo, nonché all'attenzione cosciente dell'osservatore, se egli lo permette. Ma allora secondo me il fattore psicologico incognito che influenza la crescita e la decadenza delle civiltà non è più necessariamente incognito. Questo fattore, naturalmente, è sempre presente, anche quando la società affronta le avversità, solo che, quando siamo impegnati in compiti concreti essenziali per la sopravvivenza, è più facile resistere alla sua intrusione nella coscienza. È possibile resistere a tale intrusione anche quando c'è del tempo libero, ma le distrazioni, in certo qual modo, convogliano l'attenzione proprio verso la cosa dalla quale ci si vuole distrarre. Accade che, in assenza di una qualsiasi guida che lo aiuti a risolvere i problemi che nascono dai rapporti personali, il gruppo si disintegra. Contro tutto ciò si potrebbe obiettare che le civiltà del passato sono perite a 154

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