Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

perde l'inclinazione a guidare diventa sempre anche oppressivo. Queste citazioni servono semplicemente a segnalare che in molti esiste la consapevolezza che i fattori psicologici giocano un ruolo incognito nella crescita e nello sviluppo dei gruppi. Sarò perdonato se ricordo che nel 1943 io stesso attirai l'attenzione sulla necessità che la comunità comprendesse che perlomeno una parte, e secondo me la maggiore, delle sue traversie è di origine psicologica. A questo punto vorrei indicare alcune possibili vie da seguire, che spero verranno riconosciute per quel che sono, e cioè semplici ipotesi di lavoro per la nostra indagine. Dirò subito che non ho difficoltà a riconoscere che l'ambiente o le caratteristiche razziali sono molto importanti per il ruolo che hanno nella crescita e nello sviluppo della civiltà, proprio come non ho difficoltà ad ammettere l'importanza delle caratteristiche ereditarie o della biografia di un individuo che viene da me per un trattamento. Ma sono più che convinto che Toynbee ha ragione quando afferma che spiegazioni basate su razza e ambiente o senescenza sono del tutto insoddisfacenti. Chiarirò tra breve perché penso che l'ambiente sia importante soprattutto nei casi in cui crea condizioni di vita molto sfavorevoli o molto favorevoli. Dirò subito però che sospetto che il fattore psicologico incognito, di cui parla Means, sia la capacità che hanno gli individui di una comunità di intrattenere rapporti personali, nonché la qualità di tali rapporti. Ritornando al ruolo svolto dall'ambiente, si ricorderà che ricercatori come Bagehot e molti altri sono rimasti fortemente colpiti dal fatto che l'ambiente sia un fattore così rilevante. Non c'è bisogno di soffermarsi sui casi estremi in cui l'ambiente è stato così ostile da non permettere la sopravvivenza di una civiltà. Se consideriamo un ambiente difficile ma produttivo, sua caratteristica principale è di costringere alla cooperazione attraverso la forza di trascinamento dell'istinto di sopravvivenza. I 152

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