mentale di tutti i rapporti umani. Ogni volta che esse si impongono all'attenzione come fattore intrinseco di un certo problema, gli uomini preferiscono fuggire e rifugiarsi in esplorazioni sempre nuove di tutte le possibili regolamentazioni di tipo esteriore. Preoccuparsi continuamente dell'organizzazione non è nient'altro che un sottoprodotto del fallimento del tentativo di affrontare il problema principale, e non può andare al di là di quelli che sono semplicemente dettagli tecnici da operazione di polizia, per quanto belle siano le parole delle quali si ammantano. Ora, questa è una duplice disgrazia: non solo il problema fondamentale viene eluso, ma accade anche che i capi della comunità, visto il rimedio adottato per occultare il loro fallimento, smettono di essere quelle guide creative che secondo Toynbee sono essenziali per la crescita sana della civiltà, e diventano invece una minoranza dominante oppressiva. Anche se può sembrare che, per spiegare le nostre attuali miserie, basti pensare allo scacco subìto nell'affrontare il problema principale (sempre che stiamo valutando correttamente la situazione), per i miei scopi è tuttavia importante attirare l'attenzione su un altro elemento da cui dipendono il successo o l'insuccesso dei tentativi che si fanno per risolvere il problema dei rapporti umani. Mi riferisco naturalmente alla formazione di coloro che devono interpretare e applicare le teorie e l'insegnamento dei pensatori originali. Parte delle difficoltà che si incontrano nel tentativo di stabilire il valore di un leader, come per esempio fu Gesù Cristo, sta nel fatto che dobbiamo basarci su quanto è stato tramandato dai suoi seguaci, e non da lui stesso direttamente. Dobbiamo ricordare che non basta che il capo sia creativo, se poi i suoi seguaci, per cattiva formazione o per inettitudine, assumono tutte le caratteristiche della minoranza dominante oppressiva. Vorrei ricordarvi ancora la posizione critica di Fliigel nei 144 •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==