Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

ricerca dei fatti, e se non lo costruiamo noi, con la nostra preparazione e il nostro modo di vedere le cose, non c'è di sicuro nessun altro che può farlo. Per quanto problematico possa sembrare l'effetto che gli avvenimenti del nostro tempo hanno sull'individuo, è invece praticamente certo che tali avvenimenti sono stati profondamente influenzati dallo stato mentale degli individui di cui i gruppi nazionali sono composti. La nostra convinzione che le cose stiano proprio così dovrebbe essersi rafforzata negli ultimi quarant'anni grazie a una serie di progressi tecnici che non ho menzionato prima insieme agli altri, e cioè i progressi nel trattamento della nevrosi. Per descriverli, davanti a un uditorio come questo, posso sbrigarmela dicendo che si è passati dal sale volatile alla psicoanalisi. Non esiste alcuna branca della scienza che faccia per lo studio del gruppo ciò che la psicoanalisi fa per lo studio dell'individuo. Il materiale che servirebbe per questo studio si trova inglobato nelle informazioni accumulate da varie discipline, attualmente assai distanti l'una dall'altra. Vorrei far notare cioè che molti pensatori si sono cimentati in misura diversa nello studio di qualcosa che ai loro occhi rimase sempre sfocato, ma che oggi inizia ad assumere contorni più netti. Prenderò in considerazione soltanto la civiltà occidentale. Ne La natura e il destino dell'uomo Reinhold Niebuhr fa una distinzione tra quelli che egli chiama l'approccio classico e l'approccio romantico all'argomento. Egli contrappone la concezione platonica e quella aristotelica del1'organizzazione dello Stato a quella di pensatori come sant'Agostino, Marx ed Engels, e Nietzsche. Accettando questa classificazione, direi che gli autori classici hanno sempre creduto nella supremazia e nell'integrità della ragione, mentre i romantici si sono resi conto più chiara142

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