Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

solvere» a tutte le sfere spirituali: «all'arte, al pensiero e alla morale»91 • Lo sviluppo del concetto di vitalità, che recentemente è stato oggetto di numerose (e forse tardive) attenzioni critiche, è così importante e strategico per la ricostruzione complessiva del pensiero crociano, che non basta il cenno ad alcune "coincidenze" storiche perché sia adeguatamente seguito in tutte le sue complicazioni. Tuttavia, non dovrebbe essere senza significato il fatto che nel periodo lungo e laborioso in cui avveniva quella delicatissima «promozione» progressiva della vitalità a «categoria» spirituale (che «ampliava quel numero sacro della triade alla tetrade»92) e, poi, fino all'assunzione di un ufficio «integratore», siano avvenuti due epocali sconvolgimenti (la prima e, soprattutto, la seconda guerra mondiale) che della «vitalità» offrivano al filosofo l'esperienza più reale e insieme più tragica che si potesse vivere. Il pensiero della vitalità, «radice comune» di ogni forma spirituale, gli consentiva di riaccostarsi alla storia e vivificare, attraverso una potente istanza dialettica, la costruzione dei «distinti», di comprendere tutto ciò che era avvenuto. E non è un caso se, negli anni successivi a questa penosa esperienza storica e intellettuale, Croce si sia riaccostato a Hegel e alla sua «scoperta»: quella di aver fatto emergere, attraverso il movimento dialettico, la «trama della vita», di aver «redento il mondo dal male»93, giustificato nel suo «ufficio di elemento vitale»94 • Il «ricorso» a Hegel, la ricomparsa dell'istanza dialettica che scioglie, in qualche modo, la rigidità dei «distinti», la nuova premura per quel concetto di «vitalità» che gli consentiva l'accesso al «Regno delle Madri», l'esperienza storica e autobiografica della guerra che, come abbiam visto, non è affatto estranea a questo momento critico - quasi un riorientamento - del suo pensiero, tutti questi elementi nuovi e arrovellanti, tolgono al Croce il sollievo in cui dovrebbe finalmente adagiarsi il pensatore che ha 126

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